Dirigenti NordEst: 10-11-12 2020
Monica Bertoldi, Presidente Federmanager Verona
Stiamo arrivando alla fine del 2020 ed è possibile fare un bilancio di questo anno.
Un anno partito con entusiasmo e slancio, segnato dal grande successo della stipula del contratto dei dirigenti nell’estate precedente,
da nuove iniziative in corso, un anno a cui si guardava, nel primo mese, con una certa positività.
A febbraio però, siamo stati sorpresi e in questo caso il termine va preso proprio per quello che è sorpresi, increduli da un attacco che non ci aspettavamo, che nessuno al mondo si aspettava. Una Pandemia! Da fine dalla seconda decade di febbraio i contagi si divulgano talmente rapidamente da costringere il Governo ad una soluzione drastica: una chiusura della maggior parte delle attività produttive, della scuola, dell’università, dei negozi ed obbligo per i cittadini di restare a casa. Siamo il primo paese Europeo che chiude. Non capiamo nemmeno bene cosa succede, stiamo a guardare. Attoniti. A ruota molti altri paesi europei si trovano nelle stesse condizioni. Tutto il mondo viene colpito dalla pandemia con un effetto domino. Strade deserte, sirene di ambulanze, imprenditori e manager che, dopo le prime settimane, capiscono che le attività non riprenderanno a breve e quindi devono cercare di organizzarsi diversamente. Inizia, per tutti quelli che possono farlo, un nuovo modo di lavorare lo smart working, le riunioni in video conferenza, la formazione da remoto. Pratiche già utilizzate da alcuni, ma che ora diventano la normalità per tutti. Inizialmente, queste iniziative vengono viste come una grande opportunità. Poi, con il trascorrere del tempo, ci si accorge che non sempre è così facile ed efficace utilizzare tali strumenti. Lo smart working è improvvisato, si lavora da casa, chi ha uno studio è un privilegiato, ma in molti casi occorrono due studi perché lavorano anche le mogli. Chi ha figli piccoli riesce a gestire in modo rocambolesco il lavoro in smart working e i figli da accudire. Anche in questo caso, generalmente, chi ci rimette sono le donne.
Smart-working, una soluzione vincente, che però sicuramente richiederà una maggior organizzazione, una normativa più specifica. Vediamo se, finita la pandemia, riusciremo a far tesoro di quanto imparato, per costrizione, in questo periodo e riusciremo a utilizzare al meglio questo strumento, alternandolo probabilmente con periodi in presenza. Formazione a distanza: che bello!? Non si perde più tempo per andare ad un convegno, ad un corso… Anche qui dopo qualche corso e-learning (che esistono ormai da tempo), ci si accorge che ci manca lo scambio di opinione con il vicino, non riusciamo il più delle volte ad interagire con il docente. Dobbiamo aspettare alla fine, cliccando sulla manina alzata, perdendo l’occasione di dire ciò che volevamo dire. Anche qui un giusto mix sarebbe l’ottimale. Giusto mix che ho già avuto modo di testare seguendo il corso per Manager della sostenibilità organizzato da Federmanager. Lezioni in presenza alternate a corsi formativi a distanza. Federmanager ha dimostrato di essere già organizzata su questo e l’ho apprezzato molto.
Ora, verso la fine dell’anno, dopo un’estate che sembrava averci riportato alla “quasi” normalità, ci troviamo, nuovamente, in uno stato di emergenza. Di nuovo iniziano i lockdown, si chiudono o si limitano molte attività. Il fievole segnale di ripresa, che sembrava esserci a settembre, non c’è più e gli indicatori economici di Bankitalia non sono certo confortevoli per il nostro Nord EST. Dobbiamo quindi resistere e far rinascere il nostro paese. Alcune ricette sono ormai ritenute indispensabili da molti: necessità di ripartire pensando a politiche industriali sostenibili, necessità di continuare la digital transformation, iniziata, ma non dicerto finita, del nostro sistema produttivo, dei servizi e delle P.A., ridisegnare le nostre città rendendole maggiormente vivibili, utilizzare strumenti di lavoro flessibili. Noi manager dobbiamo tutti iniziare a pensare in queste nuove ottiche. I soldi per far ripartire l’economia ci sono; sono stati messi a disposizione dalla UE. Ora rimane da vedere come verranno impiegati e distribuiti. Nella disgrazia si apre, perciò, ora, una grande opportunità di accelerare la ricrescita e il rinnovamento del nostro Paese; occasione che non possiamo permetterci di perdere. Noi Manager abbiamo l’obbligo di aggiornarci e formarci ed essere pronti ad agire in questo contesto profondamente cambiato per fare il nostro meglio e per consegnare ai giovani di oggi un Grande Paese.