CONVEGNO IN CONFINDUSTRIA a TRIESTE
Tbs, Illycaffè, Redaelli:
le radici sul territorio
di Giulia Basso
TRIESTE Il biomedicale, con Tbs Group, l’agroalimentare,con Illycaffè,
il naval-meccanico offshore, con Redaelli e il legno arredo,con Ilcam,
sono i quattro diversi settori chiamati in causa ieri, nel corso
di una tavola rotonda nella sede di Confindustria Venezia Giulia, per
raccontare nella pratica come il legame tra impresa e territorio possa fare
la differenza in termini di competitività aziendale. Lo spunto è stato
offerto dalla presentazione del saggio “Terra e buoi dei paesi tuoi” (Utet
edizioni), firmato dall’economista Marco Magnani e basato proprio sulla tesi
secondo cui per vincere le sfide della globalizzazione e della
digitalizzazione le nostre aziende devono investire sul territorio,
sfruttandone i punti di forza. Nel caso di Trieste, in particolare, la
presenza di numerosi enti scientifici, rappresentati ieri dal rettore
dell’ateneo Maurizio Fermeglia. Un esempio di contaminazione virtuosa tra
impresa e mondo della formazione e della ricerca, citato anche nel libro di
Magnani, è rappresentato da Tbs Group. Racconta il presidente Diego Bravar:
«Il legame con il territorio è sempre stato fondamentale per noi. Io stesso
mi sono formato all’interno degli Ospedali Riuniti, ho creato Tbs Group
anche grazie al finanziamento di Friulia e mi sono affidato a Area Science
Park per l’innovazione tecnologica. Per la formazione del personale abbiamo
una convenzione ormai storica con la facoltà d’ingegneria. E più di recente
siamo entrati nella Fondazione che ha dato vita al primo Istituto Tecnico
Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita, finalizzato alla formazione di
tecnici che saranno utili a Tbs Group e a molte altre aziende». Ma c’è anche
chi ha scelto Trieste per altre ragioni, come Redaelli, azienda produttrice
di funi d’acciaio per il settore offshore naval-meccanico nata in Val
Trompia: «Abbiamo scelto di aprire uno stabilimento produttivo a Trieste –
racconta il suo presidente Maurizio Prete – per le caratteristiche
geografiche di questa città e le sue infrastrutture: il porto, i servizi di
movimentazione e, non da ultimo, la presenza di strutture industriali sul
mare». Ma tra impresa e mondo della ricerca c’è anche qualche esempio di
contaminazione non riuscita: «Per la ricerca di nuovi materiali ibridi da
utilizzare al posto dell’acciaio – dice Prete – siamo dovuti tornare in Val
Trompia: lì grazie a un accordo con il Politecnico di Milano abbiamo aperto
un laboratorio che a Trieste non eravamo riusciti ad avviare».