“Riconoscere e premiare il merito, valorizza la professionalità e le competenze, e consente un aumento della produttività dell’intero sistema-Paese: per ottenere questi risultati occorre avere una maggiore cultura manageriale, nel privato e nel pubblico”. Queste sono state le parole del presidente di CIDA, Mario Mantovani, che oggi ha presentato i risultati della ricerca commissionata ad AstraRicerche sulla meritocrazia, condotta tra marzo e inizio maggio 2020.
Hanno partecipato all’indagine oltre 1.600 manager in Italia, di cui il 69% dirigenti, il 14% quadri e per la restante parte liberi professionisti o in altre situazioni lavorative. Hanno risposto soprattutto dirigenti associati a Manageritalia (43,7%), Federmanager (21,9%), e, nella parte della PA (che include i dirigenti scolastici), gli associati a Fp Cida (17,1%). La ricerca si caratterizza, inoltre, per aver analizzato, con il contributo del centro di ricerche aziendali Mercer, le caratteristiche dell’mbo (management by objectives) ovvero la parte variabile della retribuzione legata ai risultati, in chiave meritocratica. Per quasi il 94% dei manager, quadri e dirigenti interpellati, la svolta meritocratica dovrebbe essere una priorità dei governi nazionale e locali (con il 65,1% che indica molto), perché il Paese avrebbe un miglior sviluppo economico e sociale (lo pensano quasi tutti, il 97,4%, con ben il 74,4% che sceglie molto).
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