NOTA STAMPA
Auditorio virtuale pieno al webinar “Sentenza Corte Costituzionale del 20/10/2020 e futuro delle pensioni”, organizzato da Federmanager FVG in collaborazione con Veneris Family Office per condividere le opinioni sulla recente sentenza 234/2020 della Corte Costituzionale per quanto riguarda il blocco parziale della perequazione delle pensioni e il c.d. “contributo di solidarietà” sulle pensioni e sui futuri scenari delle pensioni.
“L’esito della sentenza reso noto dalla Corte Costituzionale non è propriamente quello come ambivamo ed aspettavamo” – con queste parole Daniele Damele, Presidente di Federmanager FVG, ha aperto i lavori dell’webinar, dopo i saluti e la presentazione degli ospiti dell’incontro.
Antonio Pesante, Membro del Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati, ha toccato tre punti essenziali. In primo luogo, questa sentenza ha prodotto una grave ferita nel principio costituzionale, riguardante la certezza del diritto e l’eguaglianza dei cittadini, creando così una penalizzazione economica ai pensionati che si protrarrà nel futuro. In secondo luogo, nelle motivazioni della sentenza si sperava un forte richiamo a quanto poteva essere il non richiamo alla ripetitività di queste misure e ciò non è avvenuto. La strada che si dovrà percorrere è la strada della separazione dei conti economici tra previdenza e assistenza che è l’unico modo per cui forse non ci protrarranno questi adeguamenti. L’altro punto dolente è la revisione del sistema pensionistico che andrà in vigore nel 2022.
Nel successivo intervento di Gelindo Del Piccolo, Coordinatore dei Pensionati della circoscrizione di Pordenone, sono state esposte tre domande: (1) se per vie giudiziarie le nostre lecite richieste hanno sempre ricevuto le risposte negative, la soluzione può venire dalla politica (2) quale sarà il Governo che prenderà la decisione di separare la previdenza e l’assistenza e quando (3) avremmo poi risolto i problemi delle pensioni?
Prima di passare la parola a Mario Cardoni, Direttore Generale di Federmanager nazionale, Damele ha voluto sottolineare che “la difesa a spada tratta delle pensioni attuali è la difesa delle pensioni future, perché se molliamo adesso non ci potrà essere un futuro.”
“Il tema delle pensioni è ormai il tema dell’ordine del giorno.” – ha aperto con queste parole il suo intervento Mario Cardoni davanti alla platea virtuale. “La pensione è importante per tutti, non soltanto per gli attuali pensionati, ma anche per i giovani.” Non a caso recentemente Federmanager ha potenziato il servizio di previdenza “perché è molto importante sapersi muovere in un sistema che ormai è diventato molto farraginoso. Purtroppo, in questi anni si sono visti gli interventi molto scoordinati, senza una logica strutturale. Spesso i provvedimenti sono stati fatti sull’onda emotiva o per raggiungere qualche obiettivo o risultato sull’onda del consenso, purtroppo provocando dei danni di iniquità pazzesca. E questo ovviamente genera confusione nei luoghi comuni. Quest’anno il tema delle pensioni si è già aperto sul tavolo del Governo, con due tipi di piani: per il 2021 non ci dovrebbero essere le modifiche mentre il secondo tema è più importante e riguarda la nuova riforma nel 2022 per dare al nostro sistema quella necessaria garanzia della sostenibilità nel tempo e anche l’adeguatezza delle prestazioni.”
Parlando della sentenza della Corte Costituzionale Cardoni si è detto deluso. Inoltre, la decisione è stata presa in un periodo non certamente favorevole, avendo un quadro complessivo di emergenza non indifferente. Cardoni è stato molto duro, ma nello stesso tempo anche rammarico: “Questa sentenza è fortemente infarcita di quelli effetti combinati e di quella azione ormai perpetuata da diverse forze politiche e sociali di qualunque correlazione e trova spesso il sostegno facile dai media utilizzando certe situazioni che si fondano su certi aspetti. Dopo un’analisi dettagliata della sentenza Mario Cardoni ha voluto riassumere in due parole: questa sentenza è piena di pregiudizi e luoghi comuni. “Che siano nel popolo o negli strumenti della media e che vuole utilizzare questi argomenti per arrivare a certi obiettivi non è etico né morale ma quando nel massimo organo della Suprema Corte noi vediamo le sentenze infarcite di pregiudizi e luoghi comuni noi non lo accettiamo. Quindi, il quadro giuridico dopo questa sentenza lo vedo desolante, ma non ci rassegneremo. Continueremo ad essere molto vigili e parteciperemo alle convocazioni sul tema pensioni sia per il 2021 sia per la riforma del 2022. Abbiamo di fronte una grande sfida che proseguiremo con tutte le nostre forze” – ha concluso Cardoni.
Giovanni Censi, Vice Presidente Previndai, ha, poi, presentato brevemente il Fondo pensione dei dirigenti industriali. Tra le note positive della pensione integrativa ha evidenziato la tassazione migliorativa (attualmente al 15%), i rendimenti all’interno del fondo che maturano grazie agli versamenti del dirigente (tassazione al 20% anziché il 26% come avviene sui mercati), l’indicizzazione della pensione integrativa che viene fatta sulla base del rendimento medio-alto del Fondo. Censi ha poi illustrato le principali caratteristiche e garanzie nonché i dati patrimoniali e quelli dei rendimenti del Fondo Previndai.
A seguito è intervenuto Marco Picetti, Consulente finanziario indipendente e responsabile ufficio consulenza di Veneris Family Office Scf, che ha fatto alcune riflessioni sulla sentenza della Corte Costituzionale – il tema centrale di questo webinar – partendo dal concetto di inflazione, fattore che incide sulla rivalutazione delle pensioni, passando poi alle politiche del capitale e del lavoro e concludendo con i consigli su come gestire il proprio patrimonio.
Damele ha, infine, chiesto una conclusione finale a Mario Cardoni. “Non possiamo chiamare una sentenza Covid,” – ha detto il Direttore Generale della Federazione, – “questa sentenza è una figlia di una storia recente che di fatto dice: “Le esigenze dello Stato stanno sopra a tutti diritti individuali”. Un altro elemento che indigna molto è che la storia non vale perché ogni evento va scrutinato per la sua singolarità e per il contesto in cui si colloca e quindi va storia a sé. Noi riprenderemo la nostra battaglia sui tavoli istituzionali per cercare di alzare la voce, difendere i nostri perimetri ed evitare ulteriori provvedimenti penalizzanti per noi e non solo. Perché per far ripartire il Paese servono le competenze manageriali multiple in ogni dove.”
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