Dirigenti NordEst: 10-11-12 2020
Daniele Damele, Presidente Federmanager FVG
Già prima della pandemia del Covid 19 non era facile programmare il futuro, adesso la sensazione, e non solo questa, è che sia quantomeno impegnativo pensare alla prospettiva del domani. Eppure occorre farlo e con coraggio e in forma etica specie per i giovani. Lo si può fare realizzando subito un patto generazionale.
Dobbiamo innamorarci del futuro. Serve puntare, cioè, decisamente a occupazione, drastica riduzione delle disuguaglianze (proteggendo così i più deboli), produttività, redditi e, perché no?, operoso benessere generalizzato.
La pandemia in atto ci ha aperto gli occhi sulla fragilità del sistema e dell’attuale modello di sviluppo e pur non sapendo, sfido chiunque, virologi compresi, a ipotizzarlo chiaramente oggi, quale potrà essere l’evoluzione a breve termine della pandemia, è improcrastinabile costruire il futuro evitando di anche solo pensare a tornare a essere come eravamo a gennaio 2020.
Vi è un’opportunità storica, quella del cosiddetto Recovery fund. Questi fondi caratterizzeranno la più grande circolazione di danaro pubblico mai avvenuta nella storia europea dal 1945 ad oggi. La direzione è segnata: è quella dell’ecologia e del digitale. Manager in servizio e in quiescenza e giovani devono mettersi allo stesso tavolo al lavoro per indicare quale Italia si vuole costruire per il 2030 e il 2040. La strategia
dev’essere studiata e applicata utilizzando subito le risorse finanziarie a disposizione.
È chiaro che l’Italia del 2030 sarà molto differente da quella attuale, si baserà sull’ambiente, l’innovazione tecnologica e sulla capacità di resistere adeguatamente a momenti di estrema difficoltà come pandemie e, crisi. Va progettato un nuovo sistema e va fatto in modo sistemico senza escludere nessuno.
Certamente oggidì siamo preoccupati per nuovi possibili blocchi che causerebbero certamente incognite buie e pericolose, dannose e per certi aspetti irreparabili. Col Covid 19 bisogna convivere fino a quando cure efficaci e risolutive e vaccini sicuri ed efficienti non debelleranno questo terribile virus. Dobbiamo convivere e soprattutto vivere per costruire un futuro basato sulla sostenibilità socio-ambientale.
Banche e finanza devono aiutare le imprese ponendosi al loro fianco in un’ottica strategica di medio e lungo termine. Quindi liquidità immediate e progetti che permettano di mantenere e conquistare fette di mercato interessanti.
Investiamo sul capitale umano, specie sui giovani garantendo loro condizioni idonee a realizzare i loro progetti di vita qui e adesso. Per fare ciò bisogna passare alla formazione costante e continua sino all’ultimo giorno di attività lavorativa. Solo così potremo elevare competenze e qualità professionali. La PA intervenga adeguatamente in tal senso sostenendo, in particolare, le fasce più deboli con microcredito, de-fiscalizzazioni per nuove assunzioni, incentivi all’occupazione, …).
I progetti per il futuro devono possedere intrinsecamente qualità negli obiettivi e intellegibile capacità di spesa senza lacci e lacciuoli burocratici paralizzanti. Concordata la “vision” ai giovani spetta realizzare i progetti con capacità organizzativa indubbia e tanto entusiasmo.
Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia detengono buona parte del Pil italiano assieme a Lombardia ed Emilia Romagna. Questo ci permette di competere con le regioni europee più evolute. Per mantenere e perfezionare ciò gli interventi economici devono essere indirizzati verso scuola, innovazione, digitale, high tech, ricerca, infrastrutture, ma non solo. Le priorità sono anche la sostenibilità, l’economia circolare, l’intelligenza artificiale, la famiglia, compresa
la natalità, e, ovviamente la sanità.