di Laura Fonovich
“Finest, ponte per l’internazionalizzazione delle imprese del Nord Est italiano. Dobbiamo prendere atto del fatto che questo è un mondo in cui i cambiamenti sono sempre più rapidi e frenetici. Adattarsi e comprendere le mutazioni in essere è fondamentale per non rimanere indietro. E quando tutti si muovono velocemente, avere una marcia più lenta significa creare una distanza dal punto in cui avvengono le cose.” Esordisce Alessandro Minon, presidente Finest Spa, per inquadrare le peculiarità del contesto socioeconomico e geopolitico in cui la società finanziaria a capitale prevalentemente pubblico si trova attualmente ad operare, con la finalità di supportare la crescita internazionale delle nostre aziende nordestine là dove queste giudichino la possibilità di trarre benefici. Un sostegno, non solamente economico, ma altresì di consulenza nell’ambito di una pianificazione strategico finanziaria, grazie alla capacità di saper comprendere l’esigenza delle imprese e direzionarle correttamente.
Presidente com’è nata Finest Spa?
Finest Spa è una società finanziaria di diritto privato per azioni, con sede a Pordenone, che è stata costituita nel 1991 con la legge dello Stato (19/1991). Attraverso questo provvedimento il legislatore si poneva l’obiettivo di supportare le aziende del Nord Est italiano, con un particolare focus sul Friuli Venezia Giulia, date le sue peculiarità come localizzazione e vocazione all’internazionalizzazione, in particolare verso i paesi di quella che era l’ex Unione Sovietica. Lo scopo era quello di costituire un servizio di finanziamento per la costituzione di Joint Venture estere che consentissero alle nostre imprese, spesso di non grandissime dimensioni, di poter essere supportate e tutelate nella crescita in quei paesi. La funzione di Finest Spa per decenni è stata quella di creare dei legami economici con i Paesi ad Est, tra cui i Balcani e l’Europa Centro Orientale, che hanno poi aperto le porte a rapporti di fratellanza, di collaborazione, di mitigazione dei rischi. Fattori che hanno consentito a molte delle nostre aziende, di dimensioni non ancora sufficienti per poter agire completamente da sole, di crescere in questi territori e stabilire dei legami sempre più forti.
Nella prima versione della legge, i Paesi destinatari della finanza straordinaria di Finest, sempre in tandem con gli investimenti di aziende nordestine, erano l’Europa Centro orientale e Balcanica, la Russia e i Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (ex URSS), Caucaso e Baltico: aree ben selezionate dal legislatore italiano al fine di cercare di ricostruire dei legami geopolitici con realtà che in quel momento erano molto lontane da noi.
Successivamente il legislatore ha ampliato l’ambito operativo, aggiungendo tutti i paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo come la Spagna, la Francia e quelli dell’Africa del Nord. In questo momento abbiamo delle operazioni molto interessanti verso Marocco, Egitto e Tunisia, recentemente assunta alle cronache come rilevanza politica.
Attivamente come opera Finest e quali sono i vantaggi dei suoi finanziamenti?
Finest ha costituito assieme alle aziende italiane delle Join Venture in questi paesi, partecipando al capitale come socio di minoranza e poi finanziando queste aziende ma non come una banca – ovvero con delle garanzie che andrebbero poi a indebolire la capacità di poter accedere ad altri finanziamenti-, ma come prestito soci. Nel diritto italiano e nella maggior parte dei diritti internazionali questo tipo di operazione è postergata rispetto ad altri finanziamenti e viene spesso definita quasi capital. Finest, pertanto, non si pone in antitesi all’attività bancaria, anzi molto spesso collaboriamo con degli Istituti bancari.
Inoltre, se richiesto, possiamo anche entrare nei consigli di amministrazione di queste aziende. Partecipando alla vita stessa di quest’ultime, le supportiamo non solo dal punto di vista finanziario, ma mettiamo anche a disposizione una enorme rete di contatti, di collaborazioni, di rapporti di credibilità costruita in decenni di operatività.
Spesso facilitiamo i rapporti con aziende non concorrenti del nostro portafoglio attuale o passato e che sono già presenti lì dove si vuole avviare un’attività, affinché oltre a delle possibilità di collaborazione, possano essere supportate a livello di know how nell’entrata in mercati che, a volte, implicano un elevato grado di complessità.
Dove risiede la vera forza di Finest?
Quando andiamo a finanziare delle imprese che si rivolgono a paesi molto lontani, è chiaro che una conoscenza intima e profonda delle normative esistenti, dell’operatività adeguata a livello formale e informale, dei do’s and don’ts, anche al di là di quello che è definito sui documenti, è un qualcosa che permette di non commettere errori. Le nostre attività volgono sia a una mitigazione del rischio dell’immobile, degli insediamenti, sia ad un’accelerazione della capacità di proiettare queste energie, questi capitali in modo concreto. Siamo pertanto un acceleratore di esecuzione e mitigatore di rischio.
Interveniamo su operazioni Greenfield, quando un’azienda vuole costruire uno stabilimento da zero, Brownfield quando c’è già l’esistenza di un’operatività e si va ad ampliarla, finanziamo acquisizioni, oppure operazioni di capital substitution.
È chiaro che nel momento in cui andiamo a finanziare la crescita internazionale di un’impresa le riduciamo la perdita di disponibilità finanziaria dello stesso importo. Un ammontare che altrimenti dovrebbe investire internamente e in questo modo indirettamente le consentiamo di essere più forte.
A questo si è aggiunta recentemente, e sono molto orgoglioso sia avvenuto durante i miei mandati, la possibilità per Finest di operare a supporto del prestito obbligazionario. Possiamo sottoscrivere le obbligazioni emesse da società per azioni del triveneto, purché il conseguente finanziamento sia indirizzato a progetti di investimento in internazionalizzazione in uno dei nostri 44 Paesi di competenza.
Questo è molto importante perché ci permette di versare il denaro in Italia e nel caso in cui un progetto non sia specifico, come molte a volte accade verso il singolo paese, ma è di più ampio spettro questo comporta una certa semplicità e rapidità per l’azienda che lo riceve.
All’interno di questa operatività come si inserisce Sprint FVG?
Oltre alle azioni sopracitate che sono definite dalla Legge 19/1991, Finest S.p.A nel suo ruolo speciale di soggetto creato da una legge nazionale e al servizio di tre regioni del Nord Est, molto spesso è stata investita dalle stesse di progetti speciali o come esecutore di progetti della Regione.
Sprint FVG è lo sportello per l’internazionalizzazione del Friuli Venezia Giulia. Da parecchi anni Finest è esecutore dello Sportello, con competenze specifiche che proiettano operativamente la volontà di internazionalizzazione della Regione anche con un servizio “alla carta”. Le nostre aziende sanno che si possono rivolgere a noi per qualunque problema o dubbio relativo all’internazionalizzazione. Quando possiamo glielo risolviamo direttamente, oppure raccogliamo informazioni e le indirizziamo verso soggetti istituzionali o consulenti da noi conosciuti, anche esteri, certificati e qualificati che possano aiutarle. Possiamo anche mettere le aziende in contatto, previa autorizzazione, con altre aziende insediate in quei paesi dove magari hanno avuto dei problemi similari. Capita spesso di relazionarle con la rete diplomatica italiana o con le altre aziende del sistema regionale Italia che possono fornire supporto nell’ambito di riferimento.
C’è un altro progetto speciale del quale lei ha una delega specifica, ce ne può parlare?
Il progetto Sistema Nord Est è stato fortemente voluto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal governatore Fedriga nella passata legislatura e dal governatore della Regione Veneto, Zaia. È un progetto che mette a fattor comune le best practices e le competenze. Inizialmente coinvolgeva queste due regioni, poi si è aggiunta la Provincia Autonoma di Trento. Questo rappresenta per noi un grande valore aggiunto perché a questo punto ricopriamo il Triveneto come campo di competenza per generare interconnessioni e sinergie. Inoltre, ci consente di parlare con una voce unica sui territori di destinazione, con un focus particolare sui Balcani. Ci permette di ottenere degli accordi spingendo le società a collaborare formando gli imprenditori, i manager e le aziende in campi specifici di alta strategicità, al fine di promuovere progetti volti a facilitare la crescita su questi mercati.
Il suo ruolo all’interno di Finest?
Chiaramente, come in tutte le aziende, il Presidente ha sempre un ruolo fondamentale di indirizzo, di controllo, di orientamento dell’operatività affinché si attui nel modo più efficiente possibile. Oltre a questo, ho anche le deleghe per i progetti speciali sopra elencati: Sprint FVG e Sistema Nord Est.
In questo momento sono molto soddisfatto perché, grazie all’enorme lavoro di tutta la squadra costituita da una struttura peraltro snella, che non smetterò mai di ringraziare, siamo riusciti ad affrontare con ottimi risultati anni di isolamento Covid e una guerra. Va ricordato che molti dei nostri paesi destinatari sono stati toccati dal conflitto bellico. Nonostante ciò, siamo riusciti ad ampliare a livelli da record il portafoglio dell’azienda e portare i nostri bilanci ad essere sempre in attivo, sebbene le enormi criticità.
Quindi sono realmente orgoglioso delle professionalità che ho accanto perché ricordiamoci sempre, i presidenti sono un ingranaggio, spesso quello più visibile, ma il funzionamento delle aziende derivava da tutte le persone che ci lavorano con grande impegno ogni giorno e io sono veramente grato di essere Presidente di Finest, che prima di tutto è un gruppo di persone che svolgono le loro mansioni in piena sinergia.
Chi è Alessandro Minon?
Alessandro Minon è un imprenditore. Un imprenditore da sempre. Ho fondato società di fondi di capitale nel settore della sicurezza informatica, della comunicazione e ho costituito delle startup nel settore del software per l’ingegneria genetica. Possiedo delle aziende nel campo dell’impiantistica civile, industriale ed ecologica. In Friuli Venezia Giulia sono anche attento agli investimenti nel campo immobiliare.
Ma prima di tutto sono una persona. Un uomo con le proprie sensibilità che ritiene che, nella finitezza che ci contraddistingue, bisogna dare grande priorità ai valori etici fondamentali e all’amore per la propria terra e le sue genti. Quindi, nei limiti delle mie possibilità, cerco sempre di mettermi al servizio del nostro sistema paese affinché possa funzionare al meglio, per il bene degli gli italiani di oggi e ancor di più per quelli di domani. Sono convinto che, se ognuno, in una fase di restituzione, riuscisse a dedicare una parte delle proprie competenze e del suo tempo per essere utile, potremmo forse lasciare un giardino a chi verrà. È chiaro che questo richiederebbe l’impegno di tutti, ma sarebbe sicuramente fonte di grandissima soddisfazione. Se prendiamo atto della nostra finitezza come esseri umani diventa anche razionale questo tipo di atteggiamento, perché l’egoismo forse avrebbe un reale significato se fossimo tutti eterni.