È del tutto indispensabile promuovere delle strategie concrete e aggiornate per sviluppare il settore manifatturiero in Friuli-Venezia Giulia, strategie basate anche su chiare politiche pubbliche, opportunità già in campo, e su elementi strutturali di forza del nostro territorio.
Per garantirci un futuro dobbiamo puntare, quindi, decisamente sulla crescita della manifattura. La Regione ha, peraltro, lanciato, in proposito, un opportuno e valido piano strategico con una dotazione iniziale di circa 107,5 milioni di euro in soli due mesi, in aggiunta ai 291 milioni destinati ai Consorzi tra il 2018 e il 2024.
Gioverà ricordare che vi sono sul campo delle azioni chiave interessanti come 11 bandi attivi nel 2025 su temi quali l’internazionalizzazione, la produzione di idrogeno verde, il fotovoltaico, la decisiva crescita manageriale delle PMI, sulla quale Federmanager FVG è pronta a fare la sua parte, gli incentivi all’insediamento nei Consorzi industriali (che hanno recentemente sottoscritto il nuovo contratto di lavoro per i propri dirigenti grazie a Federmanager nazionale) e ancora i macchinari, le tecnologie, le Start-up innovative, l’economia circolare, l’innovazione.
Le imprese, specie le PMI, che devono affidarsi ai manager, devono monitorare attivamente i bandi aperti e programmati nel corso del 2025 mentre parallelamente occorre favorire la collaborazione tra imprese, università, centri di ricerca e istituzioni per aumentare la competitività e accedere a risorse condivise.
La sfida sul campo è quella relativa alla volontà d’incentivare trasferimenti tecnologici e innovazione. La nostra regione si colloca al primo posto in Italia per performance innovative (es. brevetti, export tecnologico, collaborazione università-imprese) secondo il Regional Innovation Scoreboard anche grazie al fatto che sul nostro territorio, operano strutture come AREA Science Park a Trieste, il Parco Scientifico Tecnologico Luigi Danieli a Udine, con centri R&D, startup, spinoff e laboratori avanzati, Friuli Innovazione, ponte tra università e imprese e il Polo Tecnologico di Pordenone, molto attivo nel supporto all’innovazione.
Le imprese devono stringere partnership con questi centri per accedere a competenze, tecnologie e finanziamenti alla R&S e inoltre permettere collaborazioni con Centri di formazione e università per upskilling e reskilling, soprattutto nel settore digitale prestando cura e attenzione agli aspetti etici.
Federmanager FVG punta decisamente alla formazione della managerialità e del capitale umano individuando alcune priorità come, appunto, la transizione digitale, le risorse umane qualificate, cui assicurare livelli stipendiali e welfare adeguati, e la formazione continua (manager senior e nuove leve dirigenziali).
Un altro aspetto da analizzare è, poi, quello delle aggregazioni e della crescita dimensionale delle imprese regionali sostenere progetti di formazione manageriale e trasferimento di competenze tra manager senior e nuova generazione imprenditoriale nei settori industriali chiave.
Contestualmente alla politica si chiede di migliorare le infrastrutture e la logistica per attrarre investimenti. Il Friuli-Venezia Giulia gode di una posizione strategica con il porto di Trieste (rispetto al quale si chiede di procedere speditamente a nominare la nuova governance, l’aeroporto, l’interconnessione ferro-gomma, gli interporti e una rete ferroviaria alla quale si chiede di sviluppare alta velocità e servizi.
Vista la saturazione delle aree industriali, poi, si richiede un’espansione e la riconversione di aree esistenti individuando nuove aree industriali attraverso i Consorzi rafforzando l’offerta di servizi infrastrutturali. Vanno, quindi, create aree produttive attrezzate.
La politica garantisca appositi incentivi alle imprese per ridurre i costi energetici (vera priorità) e promuova progetti per l’economia circolare e l’energia rinnovabile come l’idrogeno. Dal canto loro le imprese si affidino a dirigenti industriali preparati e in grado di cogliere i bandi energetici attivi per accedere a contributi e ridurre i costi operativi.
Al contempo non è più rinviabile il sostegno ai grandi investimenti industriali e alle filiere strategiche. Nel 2024 la Regione ha attratto investimenti per 121 milioni di euro, generando 371 posti di lavoro grazie ad accordi con Siap Spa, BAT e CGA Technologies, adesso bisogna promuovere bandi e incentivi per investitori esterni o grandi progetti strategici valorizzando settorichiave quali l’automotive, l’energia, la refrigerazione per attrarre investimenti strutturali in loco.
Tutto ciò è fattibile solo con adeguate politiche integrate tra Pubblica amministrazione, imprese e ricerca. Lo sviluppo manifatturiero dipende dalla sinergia tra Regione, centri di ricerca, università, PA, dirigenti e imprese. Per permettere tempi certi a tutto ciò occorre istituire tavoli di coordinamento pubblico-privato per monitorare bandi e progetti incentivando cluster e reti d’impresa per fare massa critica nei progetti innovativi e di export anche verso nuovi mercati stante la negativa situazione dei dazi con gli States.
Daniele Damele
Presidente Federmanager FVG