Seminario “Industry 4.0 le opportunità per il Friuli Venezia Giulia“
“Il futuro passa da Industry 4.0, occorre che imprese e cittadini si affrettano a essere protagonisti della rivoluzione digitale”: questo quanto emerso alla Camera di Commercio di Udine nel corso del primo Seminario su Industry 4.0 promosso da Federmanager FVG, e organizzato dal responsabile di sede di Udine, Antonio Pesante, assieme alla Camera stessa e a CIDA con il patrocinio dell’Università degli studi di Udine e di AZIMUT Capital Management.
In una sala gremita da oltre 120 partecipanti, il seminario è stato introdotto dal Presidente di Federmanager FVG, Daniele Damele, che ha enunciato le motivazioni per le quali si è ritenuto necessario promuovere questo seminario, peraltro il primo di altri che seguiranno nei capoluoghi di tutte le Province della nostra regione evidenziando che “Industry 4.0 deve considerarsi la partita della vita”.
Dopo i saluti del segretario generale della Camera di Commercio di Udine, Maria Lucia Pilutti, e del segretario regionale CIDA, Maurizio Bressani, è intervenuto Antonio Abramo, associato di Elettronica alla Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Udine e responsabile del progetto Industry 4.0 per lo stesso Ateneo, che ha incentrato il suo intervento sulla trasformazione da IOT (Internet of Things ) a Industry 4.0, intesa come processo e non come evento, mediante l’utilizzo del dato digitale. Ha, poi, fatto un invito pressante affinché si proceda con speditezza perché il processo deve essere metabolizzato pienamente per effettuare corrette scelte. Ha, qiundi, evidenziato come l’utilizzo della digitalizzazione possa consentire ampie performance e vantaggi competitivi anche in ambito agro alimentare ed artigianale.
Si è, quindi, soffermato sulle attività che in tale ambito potranno sviluppare le Università informando che a breve nove Atenei del Triveneto sottoscriveranno il protocollo per la nascita del Competence Center del Triveneto, a supporto dei DIH ( Digital Innovation Hub ) di cui uno è già attivo anche in Friuli Venezia Giulia, LEF (Lean Experience Factory). Ha concluso il suo intervento ricordando un’altra iniziativa voluta dall’Ateneo friulano, a 40 anni dalla sua istituzione, per poter “dare“ dopo aver “ricevuto attraverso il varo del “Cantiere Friuli” che si propone di aiutare le Aziende a superare lo scoglio della mancanza di competenze.
Il secondo relatore, Giampaolo Centrone, docente dell’Università di Trieste e associato Federmanager, ha incentrato il suo intervento su cosa sia effettivamente Industry 4.0, perché saperla affrontare e quali sono le sue ripercussioni sul mondo del lavoro.
Ha ricordato le varie fasi della rivoluzione industriale dalla prima, alla fine 18° secolo, a quella odierna di connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time con l’utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet. Il relatore è, poi, passato ad analizzare il tema della Logistica collegata ad Industry 4.0: da tale analisi è emersa la necessità della condivisione delle informazioni e dei processi tra le varie funzioni che compongono l’Azienda al fine di consentire il passaggio da Azienda in senso tradizionale e Smart Factory con effetti positivi su produttività, investimenti, fatturato, occupazione (esempio: sistema Manufacturing Flow Management System utilizzato per la realizzazione del treno Freccia Rossa ). Secondo uno studio dell’Università di Brescia gli operatori logistici potranno diventare produttori decentrati e aumenteranno i trasporti dell’ultimo miglio. Ciò porterà ad una riduzione della merce movimentata per circa 100 miliardi di euro nel 2025. Un altro esempio di industry 4.0 legato alla logistica è rappresentato dalla diffusione dei veicoli connessi (sistema “ Platooning ) per il quale in Olanda si sono già effettuate alcune prove.
Si sono susseguiti poi gli interventi di Alessandra Sangoi, vicepresidente di Confindustria Udine delegata all’innovazione, Ricerca, Università e Parchi Scientifici che ha delineato la situazione critica del manifatturiero italiano e della necessità, per l’economia del paese, che esso torni a diventare una attore attivo. Ha sottolineato che, a differenza della Germania, in Italia, purtroppo, permane il carattere familiare nelle PMI ed un’analisi ha evidenziato che il 38% di esse non conosce il programma di Industry 4.0, mentre il 45% pensa che si tratti solo di software e solo il 10% ritiene che sia necessario rivedere il processo organizzativo. Necessario pertanto che Governo e Regioni diano un forte impulso affinché il rafforzamento del capitale umano possa consentire la risoluzione di problemi complessi che richiedono ingegno e creatività non codificabili.
L’intervento di Claudio Venaruzzo, sales manager di Teletronica spa associata a Confapi FVG, ha messo in evidenza i benefici reali dall’applicazione di Industry 4.0 con particolare riferimento: alla riduzione sostanziale del fermo macchina, alla riduzione dei difetti dei prodotti finiti attraverso il monitoraggio di tutto il processo produttivo, alla possibilità di rendere smart le linee di produzione; alla misurazione dell’efficientamento della produzione; all’ottimizzazione dei magazzini con evidente riduzione degli sprechi; il conseguente efficientamento energetico ed infine la sicurezza dei dati. Ha poi portato all’attenzione dei presenti alcuni esempi di realizzazione di prodotti conseguenti all’applicazione di Industry 4.0.
E’ stata poi la volta di Francesco De Benedetto, responsabile Commissione Federmanager FVG “Trasporti Logistica e Mobilità“: il suo intervento ha delineato gli aspetti salienti del documento prodotto dalla Commissione dal titolo: “Logistica e mobilità per lo sviluppo e la crescita del territorio“. La Commissione ha definito tramite l’analisi SWOT le proposte di intervento necessarie allo sviluppo del trasporto delle merci e delle persone sia sotto l’aspetto delle infrastrutture sia dell’organizzazione. Esse possono essere riassunte nella necessità di creazione di un’authority di sistema, per quanto riguarda il trasporto delle merci, facendo leva sull’applicazione del decreto 4 agosto 2016 di riforma portuale e nella necessità in generale di canali di comunicazione di nuova generazione, oltre ad una integrazione dei processi. In altre parole è indispensabile, attraverso le risorse condivise delle reti di comunicazione a banda larga, delle risorse umane e professionali, dei big data e della capacità di elaborazione, dei sistemi di ricerca per le diverse modalità di trasporto, pervenire ad una governance unica, che Federmanager vede nella Regione Friuli Venezia Giulia.
L’ultimo degli interventi è stato quello di Andrea Gualandi, vice responsabile area delegate Triveneto AZIMUT Capital Management, che ha descritto l’attività di questa società finanziaria indicando la struttura ed i riferimenti nel Triveneto.
Ha concluso i lavori Guelfo Tagliavini responsabile Commissione Federmanager Nazionale “Industria 4.0“: ha informato sugli interventi di Federmanager verso gli organi parlamentari e governativi per evitare il rischio di tempi lunghi nell’applicazione di Industry 4.0, nei confronti di Confindustria per definire assieme i Digital Innovation Hub e per indicare i manager già selezionati che in essi dovranno operare; nei confronti di Confapi per la digitalizzazione delle PMI attraverso l’assunzione di manager adeguati. Purtroppo a differenza del sistema tedesco dove anche nelle PMI c’è la presenza di manager, le PMI italiane sono per lo più a carattere familiare. Solo con la presenza di tali manager sarà possibile “spendere“ in maniera adeguata i 13 miliardi di euro pubblici ed i 20 privati. Per agevolare la loro assunzione Federmanager si sta battendo per abbattere il cuneo fiscale verso le imprese che li assumono anche a tempo determinato. La creazione del Temporary Manager va in questa direzione. Industry 4.0 da problema per il Paese deve diventare una grande opportunità.