Dirigenti NordEst: 03-04 2020
Daniele Damele, Presidente Federmanager FVG
La crisi che sta determinando il corona virus è decisamente drammatica. Tocca gli aspetti del bene primario della salute, della vita, e, quindi, della sanità, ma anche del sociale e dell’economia, dell’essenza di vita di comunità. La speranza di tutti è che ci si possa lasciare alle spalle definitivamente e decisamente questa terribile avventura,
che nuovi farmaci in grado di debellare il Covid-19 giungano presto e che anche il vaccino possa essere messo a disposizione della collettività mondiale.
Come usciremo da questa situazione? Forse è facile dire che nulla sarà come prima, ma non altrettanto facile dire che ne sarà di noi. Siamo appena usciti da un decennio di crisi socio-economica fortissima che, giocoforza, ha mutato molte delle nostre abitudini, un nuovo equilibrio generale non lo avevamo ancora raggiunto e ai primi segnali di ripresa e crescita del 2018/19 sono susseguiti subito frenate e arresti.
Forse prima di chiederci come sarà, allora, dovremmo chiederci come siamo arrivati a ciò. Alla crisi del 2008/09 ci siamo giunti per il venir meno dell’etica, ma soprattutto perché “la finanza volle camminare per conto proprio, da sola, senza basarsi più sull’economia reale dimostrandosi un gigante d’argilla”, frase che metto tra virgolette perché fu la risposta che il presidente della Camera di commercio di Udine di allora, il compianto Adalberto Valduga, mi riservò in occasione della sua ultima intervista prima di lasciarci. È del tutto evidente quanta ragione avesse. Era il mese dicembre 2008. A gennaio 2009 morì.
Come siamo arrivati al corona virus invece non so proprio a chi chiederlo. Pipistrelli? Mutazione da animali a uomini? Forse, ma non lo so. Certamente più facile, si fa per dire, valutare la nostra reazione. Ho notato un atteggiamento diffuso del “a noi non può capitare”, e invece capita (è capitato) anche a noi, anzi l’Italia è divenuta in poco tempo il
secondo Paese più contagiato dopo la Cina.
Come accennato speriamo nella scienza e in tempi rapidi, ma non possiamo oggi non sottolineare il valore del sistema sanitario italiano che abbisogna di nuovi mirati investimenti.
Nel 2008 arrivammo con il Nordest locomotiva dell’Italia. Avevamo un’economia studiata dal mondo, regnava lo slogan “piccolo è bello”. Poi ci siamo allineati ai dati nazionali con calo delle nascite, perdita di popolazione, invecchiamento, giovani che vanno a cercare fortuna altrove e non sempre tornano a casa. Fino a prima del corona virus Lombardia ed Emilia Romagna segnavano dati rilevanti di produzione e crescita economica. Il Nordest veniva dopo. Non si tratta di mera competizione, ma di verificare quanta capacità d’innovazione abbiamo, di pensare a strategie e progetti per una
nuova fase sociale ed economica.
A livello nazionale abbiamo un debito pubblico fortissimo che limita giocoforza gli investimenti economici, ma nonostante ciò la sfida di politici, imprenditori, amministratori, dirigenza, burocrazia, associazioni, cittadini è quella di puntare alla modernizzazione al fine dii rendere sempre più competitivo il sistema sociale, economico e produttivo.
Non possiamo più pensare che piccolo è bello come neppure che il “fasin di bessoi”, che in friulano significa “facciamo
da soli”, siano ricette adeguate. Oggi questi sono dei limiti. Non possiamo frazionare, bensì mettere in comune tutto per favorire progetti e sviluppo, crescita e futuro.
L’esperienza del “resto a casa” ci ha fatto capire quanto bisogno abbiamo di comunità e comunione. Allo stesso tempo occorre necessariamente e decisamente puntare alle sinergie delle tante realtà positive che caratterizzano questo pezzetto di terra italiano. Partiamo dalle cose buone realizzate per cooperare. L’esperienza del corona virus ci deve far capire che per vincere assieme ognuno di noi deve rinunciare a qualcosa. Abbiamo rinunciato alla libertà di movimento, di socialità, e altro per una visione condivisa che mirava a sconfiggere il contagio. Adesso possiamo immaginare una visione del futuro costruendo nuovi progetti in grado di farci vivere al meglio e assieme.