Dirigenti NordEst: 10-11-12 2020
Antonio Pesante, Federmanager FVG e componente del Comitato Nazionale Pensionati
La Corte Costituzionale si è riunita il 20 ottobre per esaminare i ricorsi, promossi dalla Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia, dal Tribunale di Milano, dalla Corte dei Conti del Lazio, Sardegna e Toscana e da due ordinanze del 2019, riguardanti il raffreddamento della perequazione relativa agli anni 2019-2021 e il contributo di solidarietà per le pensioni che eccedono i 100.000 euro lordi annui per gli anni 2019-2023 (misure previste dalla legge 145/2018 per il contenimento della spesa previdenziale comprensive nella legge di bilancio 2019 del Governo Conte giallo-verde). Dopo due giorni fra dibattimento e discussione in Camera di Consiglio ha rigettato i ricorsi presentati, ritenendo:
- Legittimo il raffreddamento della perequazione in quanto “non viola i principi di ragionevolezza e proporzionalità, poiché comunque garantisce un, seppur parziale, recupero dell’inflazione anche alle pensioni di maggior consistenza”.
- Legittimo il contributo di solidarietà poiché “Costituzionalmente tollerabile, in quanto opera secondo un criterio di progressività e fa comunque salvo il trattamento minimo di 100.000 euro lordi annui”; mentre dichiara eccessiva la durata quinquennale del provvedimento ritenendola “eccessiva rispetto all’ordinaria proiezione triennale del bilancio previsionale dello Stato”.
Queste pronunce sono specificate nella sentenza N. 234/2020 del 22/10/2020 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 9/11/2020, a disposizione
sui siti delle nostre associazioni. Sulla base di queste decisioni la perequazione continuerà ad essere raffreddata ancora per il 2021, mentre per il contributo di solidarietà verrà ridotta la vigenza a 3 anni, la sua applicazione finirà così nel 2021.
Con questa sentenza la Consulta ha contradetto proprie risoluzioni, prese in anni precedenti sugli stessi argomenti, vedi risoluzioni degli anni 2008, 2015 e 2017, nelle quali riteneva legittimo il blocco della perequazione ma con esplicita dichiarazione contro la reiterazione del provvedimento e addirittura nel 2017 dichiarava illegittimo il contributo di solidarietà imponendo all’INPS la restituzione delle trattenute effettuate. Le nostre contestazioni sono risultate risibili dalla Consulta rispetto alle problematiche di molte parti del paese in questo momento di recessione economica/sanitaria.
Questa sentenza ha prodotto una ferita nel principio di certezza del diritto ed anche nell’uguaglianza dei cittadini nei confronti della legge, legittimando perciò una deriva impositiva, dei vari governi che si sono succeduti, che si identifica in una parafiscalità imposta ad una limitata categoria di pensionati, per il contenimento della spesa previdenziale (come recita il titolo del provvedimento legislativo 145/2018 – legge di bilancio 2019).
A fronte di ciò mi sembra ineludibile una forte spinta per affrontare seriamente l’annosa questione della separazione contabile fra assistenza e previdenza, richiamando il Governo a dar l’avvio dei lavori alla commissione istituita nel 2019 ed ancora non operativa. Il tema pensioni ritornerà ad essere in discussione a breve, in sede di legge di bilancio 2021, per questo Federmanager, tramite la CIDA, ha presentato le proposte
relative, sulle problematiche emergenti e su quelle più generali, per una revisione del sistema pensionistico che abbracciano i seguenti temi:
- Rideterminazione delle norme per il calcolo della perequazione automatica delle pensioni
- Separazione contabile tra previdenza e assistenza
- Revisione del sistema pensionistico
- Revisione degli ambiti di applicazione della previdenza complementare
- Revisione dell’adeguamento automatico per l’accesso alla pensione in base all’aspettativa di vita
- Rivalutazione del montante contributivo legato all’andamento del PIL
- Risoluzione alle problematiche relative alla carriera discontinua dei giovani.
Questi saranno i grandi temi sui quali abbiamo chiesto di far parte del tavolo di lavoro istituito dalla commissione ministeriale.