Dirigenti NordEst: 01-02 2020
Antonio Pesante, Federmanager FVG e componente del Comitato Nazionale Pensionati
L’iter della presentazione dei 7 ricorsi istruiti dalle Federazioni aderenti alla CIDA, sia sull’intervento di riduzione per un triennio della rivalutazione automatica delle pensioni che sull’intervento di decurtazione percentuale per un quinquennio delle pensioni di elevato importo, sta per concludersi. La situazione è la seguente:
Manageritalia – Ricorrente Gabriella Scarpa – Tribunale di Milano – Udienza 28 febbraio 2020
Federmanager – Ricorrente Angelo Caridi – Tribunale di Milano – Udienza 17 marzo 2020
FIDIA – Ricorrente Giorgio Fuselli – Tribunale di Genova – Udienza 9 aprile 2020
CIMO – Ricorrente Andrea Campi – Tribunale e Udienza da definire
FP-CIDA – Ricorrente Giuseppe Beato – Tribunale e Udienza da definire
Federmanager – Ricorrente Dario Cassinelli – Tribunale e Udienza da definire
Manageritalia – Ricorrente Sandro Spadoni – Tribunale e Udienza da definire
Anche l’Associazione Nazionale Magistrati in Pensione ha presentato 7 ricorsi alla Corte dei conti di Trieste, Marche, Toscana, Puglia, Veneto, Basilicata e Puglia.
Come ben sapete il ricorso presentato alla Corte dei Conti di Trieste (con l’assistenza dell’Avv. Prof. Massimo Luciani), dall’Associazione Nazionale Magistrati in Pensione, è stato discusso il 17 ottobre dal Giudice Unico delle Pensioni Giulia De Franciscis che, sulle motivazioni presentate nel ricorso, ha così dichiarato “rilevanti e non manifesta- mente infondate le questioni di legittimità costituzionale” e ha disposto l’immediata trasmissione alla Corte Costituzionale.
Altre Corti dei Conti, in questo periodo, hanno sospeso gli analoghi procedimenti aperti in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, dando anch’essi con questa decisione un esito a nostro favore (se fossero state contrarie avrebbero respinto il ricorso di incostituzionalità presentato).
Siamo abbastanza fiduciosi che il giudizio dei Tribunali ordinari sui nostri ricorsi sarà in linea con quanto decretato recentemente dalla Corte dei Conti di Trieste.
A questo punto siamo alla quarta volta che la Corte Costituzionale viene chiamata a pronunciarsi sulla legittimità o meno della incostituzionalità di questi provvedimenti. Inizialmente la Consulta si era espressa a nostro favore, in seguito poi ha subito la moral suasion esercitata dalla politica, in un clima di riequilibrazione dei conti dello sta- to, portando la Consulta e persino la Corte Europea dei Diritti dell’uomo a pronunciarsi a nostro sfavore; motivando che l’entità del danno non pregiudicava l’adeguatezza dello stesso, però con una esplicita dichiarazione contro la reiterazione di queste misure. Su questo punto fondiamo la nostra fiducia che la Corte Costituzionale dovrà tener con- to della segnalazione della Corte dei Conti di Trieste che nello specifico indica “siamo in presenza di una sequenza ininterrotta di provvedimenti che, secondo modalità di- verse ma rispondenti ad una omologa ratio ispiratrice, hanno sistematicamente compresso (e talora del tutto escluso) la perequazione dei trattamenti pensionistici di maggior importo a partire dall’anno 2012”. Il provvedimento decretato di riduzione per un triennio (2019/2021) della rivalutazione automatica delle pensioni va ad aggiunger- si ai precedenti blocchi e riduzioni che par- tono dal 2012 andando a minare in misura apprezzabile i margini di resistenza di tali trattamenti.
Bisogna tener conto che le perdite sino ad ora riportate sono state molto alte e che per effetto dell’effetto di trascinamento saranno sempre più penalizzanti. Da uno studio di Itinerari Previdenziali, del prof. Alberto Brambilla, risulta che in questi ultimi 13 anni questi provvedimenti hanno accumulato una perdita pari a circa 12 mensilità lorde. Finalmente anche i sindacati delle tre confederazioni si stanno accorgendo di quanto i pensionati siano stati tartassati, dai vari governi sino ad ora avvicendati, ed anche la stampa di questi ultimi giorni riporta la richiesta degli stessi di un meccanismo che restituisca quanto sottratto in questi anni, indicando inoltre che questo avrebbe un effetto positivo sull’economia del paese dato che da una indicazione ISTAT si evince che sei milioni di pensionati italiani sostengono con la loro pensione i figli o nipoti non autosufficienti.
Si riparla anche di separazione della spesa INPS relativa all’assistenza rispetto a quella per la previdenza, una lunga nostra battaglia che sino ad ora non ha trovato un valido accoglimento.
Da tutto ciò elencato si evince un vasto e importante dibattito sui temi pensionistici che porterà nelle prossime settimane a contrattazioni con il governo per la preparazione della riforma pensionistica che andrà in vigore dopo la fine della cosiddetta quota 100. Federmanager e la CIDA sono e saranno presenti e presenteranno proposte e emendamenti su tutte le materie, in discussione e non, per il bene nostro e del paese.
A metà febbraio, alla Camera dei Deputati, alla presenza di politici, di associazioni di categoria (Federmanager era presente con il Vicepresidente Nazionale Eros Andronico, Il Presidente della Commissione di Co- ordinamento dei Pensionati Mino Schianchi ed il sottoscritto) e di altri enti interessati, il Prof. Alberto Brambilla di Itinerari Previdenziali ha presentato il settimo rapporto sul Sistema Previdenziale Italiano contenente i dati ufficiali dell’INPS relativi all’anno 2018 (vedi anche articolo CIDA di pag. 6).
In questo rapporto viene evidenziato che sebbene la spesa pensionistica, secondo l’Inps, riporti per il 2018 uno sbilancio di 20,883 miliardi di euro, la spesa pensionistica al netto dell’assistenza è in equilibrio, anzi riporta un attivo di 35,247 miliardi di euro. Brambilla inoltre ha evidenziato che i beneficiari delle prestazioni assistenziali sono pari al 49,3% dei pensionati totali, sono coloro che non sono riusciti a versare in 66 anni di vita neppure 15/17 anni di contributi regolari. Gli interventi dei politici presenti hanno riportato una valutazione positiva sulla suddivisione della spesa, con la dichiarazione, conclusiva dell’evento, del Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che verrà presa seriamente in esame questa problematica da parte del governo. Questa importante riclassificazione della spesa con ripartizione tra previdenza e assistenza sarà molto utile per le prossime modifiche allo studio del governo relativamente al sistema welfare italiano.