di Giuliano Allegri (Presidente Federmanager Verona)
Cari Colleghi e care Colleghe, questo è il mio primo editoriale in qualità di Presidente di Federmanager Verona e mi trovo a scriverlo in un momento di inedita complessità. Stiamo attraversando una tempesta perfetta ma con un pizzico di orgoglio vedo la nostra terra ben salda e in prima fila per la ripartenza. Anzi, il Nord Est ha sempre lavorato, anche nei momenti più difficili, forte di quello spirito e carattere che lo contraddistingue. Stiamo uscendo da una situazione difficile e, come in tutte le ricostruzioni, ci sono grandi opportunità. Si chiamano digitale, innovazione, sostenibilità, export ed è superfluo parlarne poiché ognuno di noi vive questi temi ogni giorno. Per vincere le sfide che ci attendono abbiamo la responsabilità di creare le migliori condizioni e le necessarie competenze, in un contesto completamente cambiato. In sintesi, siamo chiamati a formare una nuova generazione di manager: consapevoli, forti, coraggiosi e pronti a guidare il cambiamento. È evidente a tutti il tramonto della teoria dell’uno vale uno che ha permeato la politica e la società degli ultimi anni. La pandemia ha portato alla ribalta questa drammatica realtà evidenziando quanto siano importanti in un manager le capacità di organizzare e gestire il lavoro di molteplici collaboratori motivandoli e stimolandoli al raggiungimento degli obbiettivi prefissati. Queste qualità e caratteristiche sono sì innate, ma vanno valorizzate e sviluppate.
La collaborazione tra famiglia e scuola, tra scuola e aziende sarà fondamentale in questo processo e di questo dovremmo farci carico come testimoni e protagonisti attivi.
Vorrei raccontavi un episodio che mi è stato riferito da una mia conoscente insegnate in una scuola elementare, il fatto è di poco prima dell’inizio della pandemia: mi raccontava di un alunno problematico, aggressivo nei confronti dei compagni sia verbalmente che fisicamente, indisciplinato e indisponente nei confronti dell’insegnante. Convocati i genitori (due persone inserite bene socialmente e lavorativamente impegnate) ed affrontato il problema si è sentita rispondere “non possiamo limitare nostro figlio nelle sue espressioni perché da grande farà il manager “. Lascio a chi mi legge le riflessioni in merito perché siamo manager, genitori e nonni e ritengo non siano questi i presupposti per i manager del futuro.
Come Manager “navigati” dobbiamo prenderci l’impegno di creare il terreno fertile per far crescere i talenti e permettere a coloro che hanno voglia e possibilità di emergere. Deve essere la nostra ambizione e risposta alla chiamata di responsabilità fatta dal Paese/Istituzioni in questo momento di ripresa: mettere in circolo le nostre competenze e come una grande squadra formare i Cavalieri del 21esimo secolo – i “Draghi” ci sono già!
Non quia difficilia sunt non audemus, sed quia non audemus difficilia sunt (Lucius Annaeus Seneca). Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, è perché non osiamo farle che le cose sono difficili.
Abbiamo tante eccellenze nel territorio, non solo produttive: auspico di vederle emergere nei prossimi anni e spero di contribuire con la mia presidenza a questo ambizioso progetto.
[Articolo pubblicato su DIRIGENTI Nordest]