La vera storia di Kira, “vittima della guerra”
“Mi ha impressionato la resistenza degli ucraini, nel Donbass avevo capito che resistevano, ma lì c’erano i reparti migliori. La verità è che gli ucraini hanno resistito dappertutto; i ragazzi che preparavano le molotov a Kiev sapevano di non avere chances contro i carri russi, ma montavano le barricate con i sacchi di sabbia, erano ragazzi che mi ricordavano quelli che studiavo sui libri di scuola e le foto che vedevodi Budapest ‘56, Praga ‘68 e oggi, Kiev 2022. La resistenza ucraina ha stupito tutti, avrebbero combattuto anche con le pietre e con le fionde”: questa la testimonianza del noto giornalista di guerra, Fausto Biloslavo, resa in occasione di una conviviale di Federmanager FVG, promossa dal presidente Daniele Damele, durante la quale Biloslavo ha ricordato le tappe del suo percorso, raccontando la guerra in Ucraina vista con i suoi occhi.
Il giornalista Mediaset ha sottolineato, che “è fondamentale tenere conto della realtà vera della guerra, che chi fa il giornalista deve raccontare. L’esempio è la storia di Kira, neonata di soli 3 mesi, vittima assieme alla mamma e alla nonna di un missile russo caduto sulla sua casa a Odessa dopo che era stato intercettato dalla resistenza ucraina. Un episodio che aveva trovato grande risonanza a livello mediatico, in quanto il sindaco di Odessa, convocando una conferenza stampa sul posto, aveva più volte posto l’accento su come la neonata Kira fosse l’obiettivo militare di Putin. In realtà se quel palazzo fosse stato obiettivo di un missile balistico russo, non sarebbe più esistito” ha spiegato Biloslavo che ha sottolineato come “non sia stato facile raccontare la vera storia, ma io l’ho fatto, sia in TV e sia sulla stampa. La vera storia è che Kira è vittima della guerra”.
Nel lungo e apprezzato intervento reso ai dirigenti industriali regionali, presenta anche l’assessore comunale di Trieste, Everest Bertoli, Biloslavo ha parlato molto di crimini di guerra: i russi sicuramente ne hanno compiuti tanti, più degli ucraini, però la guerra è sempre brutta, sporca e cattiva da entrambe le parti giacché non tutti i cattivi sono da una parte e non tutti i buoni dall’altra. Non beviamoci questo stereotipo”.