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Nella giornata di venerdì il consiglio di amministrazione dell’Interporto di Trieste, quello che una volta veniva chiamato l’Autoporto di Fernetti, ha nominato presidente e amministratore delegato della “spa” Paolo Privileggio, manager della Siot fino allo scorso anno, il terminal portuale petrolifero che approvvigiona l’oleodotto transalpino fino all’Austria, alla Cechia, alla Germania.

In verità il ricambio al vertice è stato compiuto un po’ alla chetichella, senza una nota che dicesse qualcosa di più sul successore di Giacomo Borruso. L’ex rettore dell’Università, ex presidente di Act, ex presidente dell’Aeroporto di Ronchi lascia la guida della struttura logistica dopo circa sei anni di attività. Dovrebbe invece restare al suo posto il direttore Oliviero Petz, in sella dal 2000.

Forse la reticenza nel comunicare il passaggio di consegne è legata a ulteriori novità che potrebbero interessare l’Interporto: si parla dell’ingresso del porto di Duisburg, uno dei più importanti scali fluviali tedeschi, nella compagine azionaria, dove dovrebbe essere la finanziaria regionale Friulia a cedere una quota al neo-entrante.

Anche il gestore plurimodale camion-rotaia ha sofferto durante un difficile 2020, che ha visto arrestarsi per alcuni mesi il transito dei Tir. Nonostante queste premesse,l’Interporto dovrebbe chiudere l’esercizio contenendo il passivo. Ricordiamo che un paio d’anni orsono l’Interporto aveva acquistato da Wärtsilä due capannoni per un totale di 74.000 metri quadrati coperti, sui quali erano state “spostate” le prerogative di punto franco. A fine dicembre 2018 era passata sotto il controllo di Fernetti anche l’area logistica di Cervignano.

Dopo i cambiamenti intervenuti tra il 2017 e il 2018, l’Interporto è partecipato al 39% da Friulia, al 20% dall’Autorità portuale, al 18,6% dalla Camera di commercio, il Comune triestino è sceso sotto il 15%. —

Magr

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