Dirigenti NordEst: 03-04 2020
Antonio Pesante, Federmanager FVG e componente del Comitato Nazionale Pensionati
La generazione di noi settantenni/ottantenni ha affrontato, nel corso della propria vita, tante situazioni catastrofiche quali la guerra, distruttivi terremoti e disastrosi eventi climatici. Di fronte a queste tragedie, guidati dai nostri Anziani, abbiamo reagito con coraggio ricostruendo un’Italia moderna e competitiva, guardata con rispetto e ammirazione
dagli altri Paesi.
Il Covid-19 ci ha letteralmente spiazzati, per la sua repentina diffusione, per la non facile comprensione delle problematiche attinenti e per la difficile previsione di fine emergenza. Da un giorno all’altro abbiamo assistito
all’alienazione delle città e al diffondersi di paura collettiva.
Per il contenimento della diffusione del virus, e per proteggerci, siamo stati costretti a relegarci in casa in allontanamento sociale. Le nostre attività giornaliere si sono ridotte a contatti telefonici con l’esterno, agli esercizi
fisici per la salute e a discussi accordi settimanali per chi può uscire a fare la spesa (rigorosamente forniti di ,ascherina e guanti).
Apprendiamo quotidianamente, con dolore, della perdita di tante persone giovani e meno giovani; in merito abbiamo ricevuto una struggente poesia dal Sig. Fulvio Marcellitti (che gentilmente ci ha autorizzato a pubblicare) dedicata agli anziani che purtroppo ci hanno lasciato in questa emergenza.
“Se ne vanno.
Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro,di sacrifici.
Se ne va una generazione, quella che ha visto la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, tra la fuga in un rifugio antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa da sfamarsi.
Se ne vanno mani indurite dai calli, visi segnati da rughe profonde, memorie di giornate passate sotto il sole cocente o il freddo pungente. Mani che hanno spostato macerie, impastato cemento, piegato ferro, in canottiera e cappello di carta di giornale.
Se ne vanno quelli della Lambretta, della Fiat 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in bianco e nero. Ci lasciano, avvolti in un lenzuolo, come Cristo nel sudario, quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito questa nostra nazione, regalandoci quel benessere di cui abbiamo impunemente approfittato.
Se ne va l’esperienza, la comprensione, la pazienza, la resilienza, il rispetto, pregi ormai dimenticati.
Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno gli stringesse la mano, senza neanche un ultimo bacio.
Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro paese, patrimonio della intera umanità. L’Italia intera deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in quest’ultimo viaggio con 60 milioni di carezze…”
Fulvio Marcellitti
So che è difficile restare in isolamento a casa, che è un peso, ma è una questione irrinunciabile. Stiamo vivendo una situazione di criticità sanitaria, per cui per uscirne la nuova sfida che tutti noi anziani dobbiamo perseguire è quella di rimanere a casa in allontanamento sociale. Vogliamo ancora essere protagonisti del futuro del nostro paese per noi e per i nostri figli e nipoti. Il nostro bene è il bene di tutti, uniti ce la faremo.
Buona vita a tutti.