Auditorio virtuale pieno al webinar “Fase 2 per un rilancio dell’economia e della vita sociale in FVG”, svoltosi ieri per conoscere la situazione economica attuale della regione FVG, le conseguenze del lockdown e le reali esigenze di una ripresa economica necessaria soprattutto per evitare la morte di centinaia di imprese regionali.
Dopo i saluti e la presentazione dei relatori dell’incontro Daniele Damele, Presidente di Federmanager FVG e Segretario di CIDA FVG, ha fatto delle riflessioni sulle tante realtà che hanno sofferto la Fase 1 e non che vedono l’ora di ripartire, sia le PMI sia le grandi realtà industriali, il commercio e l’intero comparto del terziario: “Non c’è più tempo di attendere, bisogna tirare su le saracinesche, altrimenti non si apre più. Questo è imperativo”. Quindi, la sua prima domanda indirizzata all’ospite, Giovanni Da Pozzo, Presidente della CCIAA di Pordenone e Udine e Presidente di Confcommercio FVG, è “Come si può farlo?”
Secondo Da Pozzo il tema è molto complesso, tenendo conto che “nella nostra regione abbiamo circa 90.000 imprese, di cui una grossa parte è ferma dal 12 marzo. La prospettiva di voler riaprire in sicurezza è estremamente attesa e questo ha portato a molte manifestazioni di protesta perché i decreti, usciti dal Governo, non sono chiari. C’è una grandissima confusione nel capire e interpretare i provvedimenti e i protocolli, rilasciati dai vari Enti nazionali e locali”.
E tutto questo di fronte ad altri Paesi europei che hanno riaperto l’economia terziaria, con tutti i criteri legati alla sicurezza, senza grossi problemi. Quindi, questo sarà un handicap per cui noi ci ritroveremo con migliaia di aziende che non riapriranno mai (in contesto nazionale) e con moltissimi lavoratori senza più posti di lavoro. “Allora – ha proseguito Da Pozzo – bisogna contemperare quello che è un concetto di sicurezza, dove noi siamo stati i primi a livello nazionale perché quando ci hanno fatto chiudere noi eravamo convinti che quel provvedimento era giusto, con la previsione di un programma di riapertura della macchina economica. Purtroppo questo – secondo Da Pozzo – non c’è stato. Abbiamo avuto solo uno scoordinamento nazionale. Quindi, le perplessità emerse sono su una previsione per la Fase 2 con tanti punti di domanda. A ridosso della stagione delle vacanze non c’è un minimo di indicazioni su come proseguire per ripartire. Forse è l’ora di cominciare a pensare alla Fase 3 – come ricostruire un Paese e un’economia, perché non si può vivere solo con sussidi, CIG in deroga, reddito sociale o altro. “Bisogna produrre! E chi può produrre? Solo le aziende, che sono quelle che danno lavoro alle persone”.
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Per vedere il webinar integrale: https://us02web.zoom.us
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