“Le nuove figure dirigenziali sono ottime e portano frutti positivi alle imprese, anche di modeste dimensioni”: è quanto dichiarato da Giovanni Pavan, presidente di Unioncamere Fvg, ricevendo una delegazione di Federmanager Fvg guidata dal presidente Daniele Damele e composta dai vice-presidenti Gelindo del Piccolo (vicario) e Giorgio Bacicchi e dal tesoriere Antonio Bizzarini.
Pavan si è riferito al temporary manager, figura di elevata professionalità che fornisce la sua competenza per un periodo di tempo limitato e concordato con l’azienda. “E’ uno strumento di grande utilità specialmente per le PMI – ha detto il presidente di Unioncamere Fvg – che possono ottenere un supporto con alte competenze a costi competitivi e certi. Un manager a tempo può essere una risorsa fondamentale nel diretto coinvolgimento della gestione operativa di un’azienda per favorire innovazione, sviluppo internazionale, passaggi generazionali, aggregazioni di più imprese, ristrutturazioni”. Pavan ha definito ottime anche le figure dell’innovation manager, dell’export manager e del manager di rete, “tutte posizioni in grado di attrarre mercato, favorire occupazione e permettere la crescita”.
La delegazione di Federmanager ha, poi, illustrato a Pavan i contenuti del seminario proposto per il prossimo 17 settembre alla Moroso di Udine sulla Brexit. “Si tratta di attuare uno sforzo di analisi pensando ai dati”. Il settore del mobile potrebbe, infatti, risentire dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. IL FVG ha esportato verso il Regno Unito nel 2015 merci per 285,7 milioni di € pari al 41,6% del totale dell’export verso quel Paese. È quindi una voce importante per le esportazioni del FVG. Inevitabile che questo settore, come quello dei coltelli, risentirà dell’esito del referendum britannico. Gli operatori del settore temono un rallentamento delle esportazioni specie se la sterlina, come pare, si deprezzerà rispetto all’Euro.
Le reazioni finora hanno coinvolto in parte solo borse e mercati finanziaria, ma l’accennata possibile perdita di potere d’acquisto della sterlina non potrà che riversarsi anche sull’economia reale, un dato incontestabile. Il tutto mentre dal livello mondiale a quello di realtà come la nostra il momento imporrebbe di unirsi e non di dividersi. Il Centro studi nazionale di Confindustria valuta l’impatto della Brexit in una perdita di 0,6 punti di Pil in due anni.
Anche in questo caso Pavan ha lodato l’iniziativa di Federmanager Fvg chiedendo di rimanere aggiornato su studi e analisi garantendo l’attuazione di percorsi comuni per favorire lo sviluppo socio-economico regionale.