[L’articolo è basato sulle notizie attualmente in possesso che potrebbero però subire modificazioni in base ai risultati del passaggio della proposta in parlamento.]
di Antonio Pesante
Il 9 novembre 2022, con un comunicato sul suo sito ministeriale, il Ministro dell’Economia e Finanze (MEF), Giancarlo Giorgetti, ha annunciato la firma del decreto che determina il valore provvisorio di variazione percentuale degli indici dei prezzi al consumo per l’anno 2022, fornito dall’ISTAT il 3 novembre scorso.
Il dato è risultato pari al 7,3% e verrà preso come base per il calcolo dell’adeguamento retributivo delle pensioni (perequazione) erogate dal 1° gennaio 2023.
La misura fissata è provvisoria salvo conguaglio con accertamento definitivo a fine novembre 2023, per cui a gennaio 2024 potrebbe scattare un successivo conguaglio in base all’indice ISTAT definitivo.
La percentuale di rivalutazione, dell’importo della pensione lorda mensile, viene calcolata sulla base del modulo di perequazione vigente (art.1 com. 478 della legge n.160/2019) che si basa su tre fasce di reddito, il valore dell’adeguamento avviene in modo cumulativo per fasce.
Allegata tabella della perequazione per il 2023
Va ricordato che detti adeguamenti verranno confermati solamente dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale e che per i dettagli applicativi bisogna attendere la circolare dell’INPS relativa.
Una rivalutazione di questa dimensione non si vedeva dagli anni 80 ed è il risultato, purtroppo, dell’inflazione di questi ultimi mesi dovuta agli aumenti dei prezzi per la crisi energetica, economica/finanziaria del paese ed alla guerra in Ucraina.
Il ministro Giorgetti ha anche comunicato che il valore di questa indicizzazione, che graverà sui conti dell’INPS, sarà di 21,3 miliardi per il 2023, 18,5 per il 2024 e 7,4 per il 2025 per un totale di 50 miliardi.
Durante l’incontro tra il governo e le parti sociali del 9 novembre il Presidente Giorgia Meloni ha aperto all’istituzione di tavoli di confronto nei quali, per la materia pensionistica, rivisitare le gestioni previdenziali in modo da rendere il comparto sostenibile, indicando inoltre che le misure di spesa da decidere dovranno essere coperte all’interno dello stesso settore d’intervento. Ha inoltre condiviso la proposta, proveniente dalle parti sociali, di separazione della spesa tra previdenza e assistenza dato che questa da sola vale 2-3 punti di Pil.
La Federazione assieme alla CIDA, braccio operativo di confronto con la politica, è costantemente presente in ogni consesso per proporre e coordinare le priorità della nostra categoria.
Un importante evento è quello relativo all’Assemblea CIDA che si è tenuto il 15 novembre a Roma presso l’auditorium del Parco della Musica.