«I ragazzi di oggi saranno i protagonisti del sistema industriale privato di domani, lo potranno essere anche da manager»
Guardare oltre all’attuale emergenza, verso una strategia che permetta un’accelerazione del sistema impresa nel senso della sostenibilità, all’insegna della ricerca di fonti energetiche alternative, e verso la creazione di quelle che saranno le nuove professioni del futuro. Questo il tema al centro del Convegno promosso da CIDA FVG (Confederazione italiana Dirigenti e Alte professionalità) svoltosi ieri, 6 dicembre, nella sala Maggiore della Camera di Commercio Venezia Giulia a Trieste, che si inserisce nell’ambito di un ciclo di appuntamenti dedicati proprio al tema delle professioni future”.
Moderato da Daniele Damele, segretario CIDA FVG e presidente Federmanager FVG, l’incontro, dopo i saluti istituzionali dell’assessore comunale alle politiche finanziarie di Trieste, Everest Bertoli, ha visto susseguirsi gli interventi dell’assessore regionale FVG alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, il responsabile dell’Ufficio sostenibilità di Area Science Park di Trieste, Fabio Morea e il docente universitario di Trieste del Dipartimento ingegneria e architettura, Rodolfo Taccani.
“Pensiamo sia indispensabile favorire il futuro delle nuove generazioni tendendo loro la mano – ha dichiarato Daniele Damele introducendo l’incontro. “A loro vogliamo proporre importanti valutazioni: digitale, ambiente, lingue straniere, passioni, ma anche impegno, fatica, studio, formazione costante e continua. Questi crediamo siano i leitmotiv a cui dobbiamo prestare attenzione. I ragazzi di oggi saranno i protagonisti del sistema industriale di domani, lo potranno essere anche da manager, ma per premettere tutto ciò si impone l’individuazione di un equilibrio tra ambiente e sociale”.
A tracciare il quadro degli interventi fatti dalla Regione sul tema ambientale, è stato l’assessore Fabio Scoccimarro: “la Regione Friuli Venezia Giulia ha già stanziato oltre 200 milioni di euro complessivi dall’estate alla prossima manovra di Stabilità regionale per privati, imprese ed enti pubblici”. “Per concretizzare la svolta green occorre puntare su soluzioni a medio-lungo termine come il nucleare pulito di ultima generazione ma soprattutto sulle rinnovabili, sfruttando l’energia del sole, del vento (dove possibile) e dei corsi d’acqua e promuovendo con questi impianti le comunità energetiche in cui l’autoconsumo garantirà l’abbattimento delle bollette”.
Non solo parole, ma scelte strategiche sul presente e, soprattutto, sul futuro, che richiamano precise scelte industriali, che è mancato il coraggio di fare negli ultimi vent’anni” – ha affermato l’assessore Everest Bertoli, ponendo l’accento anche sulla necessità di andare oltre a vincoli e cavilli burocratici, spesso causa del rallentamento della macchina amministrativa. “Se oggi siamo nel pieno di una crisi energetica è perché come sistema paese ci siamo trovati impreparati alla guerra; e se oggi siamo chiamati a fare scelte indispensabili, perché il futuro ci chiede nuovi sostegni da un punto di vista energetico, lo dobbiamo fare come sistema paese, su tutti i livelli, mettendo al centro le imprese e non penalizzandole”.
“Quella di oggi è una crisi di lungo periodo, ben più lunga della tragica guerra che vediamo oggi” ha spiegato Fabio Morea. “Le sue origini sono state le stesse della rivoluzione industriale, ovvero l’incapacità di prendere decisioni lungimiranti”. “Ci siamo accorti molto tardi che il clima ormai è già cambiato e siamo già in un’emergenza a cui dobbiamo adattarci. Cosa significa per l’industria? Significa cambiare drasticamente le proprie abitudini; è anche una questione etica che poi diventa inevitabilmente politica. Nella transizione sono molte le competenze che saranno via via sempre più necessarie: ingegneria, fisica, ma anche giurisprudenza, per cambiare le normative, e ancora competenze politiche e di project management.”
Ad approfondire il tema delle energie pulite, con un focus sul tema dell’idrogeno, è stato poi Rodolfo Taccani. Un’alternativa molto valida, ma ancora molto costosa: “soprattutto l’idrogeno verde costa ancora molto” ha spiegato, “bisogna aumentare la domanda e l’offerta, sviluppando l’intera filiera dell’idrogeno in aree di estensione limitata, come nel caso delle valli dell’idrogeno, seguendo l’esempio della North Adriatic Hydrogen Valley, prima transnazionale, che coinvolge la Regione FVG, Slovenia e Croazia”.