Dirigenti NordEst: 10-11-12 2020
Gian Marco Lupi, Componente Direttivo Federmanager FVG
Quella del manager è una professione sempre più soggetta al cambiamento. È per questo che proprio il manager deve saper vedere per primo tanto le minacce quanto le opportunità che si nascondono dietro ad ogni cambiamento e questo sia per i propri clienti che per sé stesso. In questo senso la pandemia, che da emergenza si sta trasformando quasi in condizione di vita ordinaria, altro non fa se non amplificare minacce e opportunità di cambiamento sia nella vita dei singoli che in quella delle organizzazioni pubbliche e private a tutti i livelli.
Parlando in termini darwiniani sembra quasi che il virus sia arrivato come uno step evolutivo dell’homo sapiens sapiens dove a venire selezionato non è più solo un fattore fisico-biologico ma sono le intere organizzazioni nella loro capacità di adattarsi a scenari finora immaginati
forse solo nei film di fantascienza.
Tutte le “organizzazioni”, dalla famiglia alla scuola, dalle singole imprese all’intero apparato amministrativo dello Stato, si sono ritrovate a doversi inventare o reinventare modi e soluzioni per riuscire a non rimanere travolte da questo tzunami. Per alcune le difficoltà si stanno dimostrando tante e tali da costringerle a valutare seriamente l’ipotesi di arrendersi e chiudere mentre altre vedono le opportunità che questa situazione può offrire per mettere in campo o per implementare nuove soluzioni organizzative sfruttando al massimo anche tutti gli strumenti tecnologici che oggi abbiamo a disposizione.
Di digitalizzazione dei processi, smart working, macchine intelligenti, attività da remoto in realtà se ne sta parlando già da diverso tempo sia nel mondo del pubblico che in quello del privato solo che per più di qualcuno “tutte cose che sì sono belle ma forse superflue”…“che va bene, bello sì ma non c’è tempo dobbiamo lavorare… faremo…” e poi è arrivato questo maledetto virus e tutte le organizzazioni si sono trovate inevitabilmente a fare i conti con il digitale.
Per fortuna però diverse organizzazioni soprattutto del mondo profit avevano già iniziato, o addirittura portato ad un livello avanzato, molti studi e progetti legati al digitale che ora si stanno rivelando utili vaccini al virus che attacca anche le imprese.
Confindustria per esempio aveva già da tempo capito in quale direzione muoversi e nell’ambito del programma Industry 4.0 ha creato su tutto il territorio nazionale i Digital Innovation Hub. Anche Federmanger ha colto l’opportunità e alleandosi con Confindustria in una logica di rete, attraverso 4.Manager e la formazione e certificazione di figure professionali quali gli Innovation Manager, ha messo a disposizione delle aziende i propri manager per supportare ed accompagnare le imprese nel processo di riorganizzazione digitale.
Personalmente posso dirmi fortunato testimone di tutto questo. Dopo la certificazione come Innovation Manager conseguita con Federmanager Accademy sono stato inserito nelle squadre dei Digital Innovation Hub di Udine e di Pordenone con i quali sto seguendo diversi progetti di assessment del livello di maturità digitale offerti alle aziende del territorio che vogliono approfittarne in modalità del tutto gratuita. Obiettivo dell’attività è quello di fornire all’impresa un report che da un lato ne illustri lo stato di maturità digitale e dall’altro fornisca idee e suggerimenti a carattere organizzativo.
Dal punto di vista del manager inoltre questo progetto offre la possibilità di ampliare le proprie conoscenze creando anche occasioni di “sana contaminazione” suggerendo e trasferendo best practics da un’impresa all’altra e, in alcuni casi, addirittura mettendo in contatto aziende di settori affini che possono così costruire occasioni di ampliamento del proprio business in una logica di rete che si sta dimostrando sempre più vincente.
Questi progetti che sto seguendo con i Digital Innovation Hub di Udine e Pordenone si sposano felicemente con l’altra parte della mia attività di manager più “tradizionale” in un’azienda del settore aerospaziale, la Alpi Aviation di Pordenone, che produce aerei ed elicotteri ultraleggeri oltre ad essere specializzata nello sviluppo e produzione di droni per utilizzo militare.
Con la Alpi Aviation, guidata in modo illuminato da un A.D. che fa della flessibilità organizzativa, dell’implementazione degli strumenti digitali e del lavoro in team tanto in presenza quanto a distanza tre precisi punti di riferimento, sto sperimentando la possibilità di supportare anche “a distanza” lo stabilimento di Stitar in Croazia dove avviene la produzione degli aerei.
Posso quindi affermare, a ragion veduta, che essere Innovation manager e avere la possibilità di confrontarsi e lavorare in contesti aperti al cambiamento e orientati alla revisione di processi e procedure, in una logica di flessibilità organizzativa quanto mai necessaria in questo momento di pandemia, mi sta regalando anche la
possibilità di imparare a mia volta ad essere flessibile e resiliente vincendo, soprattutto in ambito manageriale, molti pregiudizi sulla esclusività del c.d. “posto fisso” e sulla necessità del lavoro solo in presenza.