di Laura Fonovich
La Campagna elettorale, in vista delle elezioni comunali del 2 e 3 aprile, è ormai alle battute finali. Recupero della centralità di Udine rispetto all’asse privilegiato Trieste-Pordenone, sviluppo e mobilità sostenibile, spazio ai giovani e all’inclusione, welfare, problema demografico e focus sul terziario avanzato, sono solo alcune delle tematiche intorno alle quali si è svolto uno stimolante e seguito confronto elettorale che ha visto la partecipazione dei quattro candidati a Sindaco di Udine: Alberto Felice De Toni (Centro Sinistra), Pietro Fontanini (Centro Destra), Ivano Marchiol (Spazio Udine, M5S, Open FVG) e Stefano Salmè (Lista Civica). L’evento è stato organizzato da Cida Fvg in collaborazione con Federmanager Fvg, UCID, AICA, Associazione La Prora, l’Associazione degli Ingegneri regionale e della provincia di Udine.
Con Daniele Damele, Segretario Cida Fvg e presidente di Federmanager Fvg, nel ruolo di moderatore dell’incontro, il dibattito dai toni pacati e cordiali è entrato immediatamente nel vivo.
Alberto Felice De Toni, che definisce l’attuale ruolo di Udine e provincia non in linea alla sua reale forza economica rispetto alla regione, intravede in un’alleanza territoriale di tutte le associazioni di categoria e partecipate una possibile via di uscita per superare l’impasse in cui il capoluogo friulano si trova, proponendo altresì come asse di sviluppo futuro il terziario avanzato. Secondo il candidato, per la sua forte vocazione enogastronomica, il capoluogo friulano ha tutti i requisiti necessari per diventare anche un polo logistico dell’agroalimentare.
Il Sindaco uscente, Pietro Fontanini, ha messo in rilievo l’importante posizione baricentrica del capoluogo friulano, non solo rispetto alla regione, ma anche all’Europa. Vede quindi nell’aspetto logistico e nel suo ruolo di polo intermodale un inequivocabile punto di forza. Non sono certo mancati i riferimenti ai progetti svolti nei cinque anni di mandato, ma anche di quelli in atto che, se fosse eletto, vorrebbe portare a termine.
Per Ivano Marchiol, Udine deve puntare principalmente nel suo valore aggiunto naturale, nella sua residenzialità, diventando una città attrattiva in cui si abbia voglia di rimanere a vivere. Ha quindi rimarcato la necessità di una visione d’insieme per la pianificazione degli interventi, che devono partire dalla vocazione dei luoghi e dalla loro funzione. Tra questi il recupero della qualità della vita negli spazi pubblici con progetti ragionati di verde diffuso, al fine di recuperare la storica connotazione di città dei giardini e delle rogge.
Stefano Salmè vede nella storia un punto di partenza sul quale ragionare e un recupero del ruolo del capoluogo friulano all’interno del Corridoio Baltico Adriatico, attraverso una messa in rete delle eccellenze territoriali ed azioni di marketing strategico mirato, propone altresì una legge speciale regionale in cui la Regione devolva parte del potere alla città e autonomia fiscale. Tra i progetti presentati, un solo grande intervento che riguarda la bonifica ambientale dell’ex Safau, con l’ipotesi che possa diventare una Zona Franca urbana.